Il cuore cammina

Scrivo questo post perchè in molti mi stanno chiedendo cosa fare per la cattiva circolazione venosa, gambe gonfie, edemi. Come naturopata, non sono abituata a condiderare rimedi in base ai sintomi, ma valutare il singolo caso.
Via web, non è possibile, ma è importante capire come evitare questi fastidi o almeno ridurli, iniziando a conoscere il proprio corpo. Questo primo post vuole essere dedicato a capire l’importanza dei nostri piedi in tutto questo. Considerando che sono anche riflessologa non posso fare a meno di spiegarlo.

Sappiamo che il sangue non ha solo il compito di distribuire nutrimento ai vari tessuti dell’organismo, ma anche quello di raccogliere gli scarti metabolici delle attività corporee per, poi, trasportarli nei punti di “smaltimento”del corpo (pelle, intestino, fegato, reni, polmoni). Ciò avviene con il flusso di ritorno che parte dai vasi periferici verso i polmoni per il dovuto scambio gassoso. Infatti, a livello alveolare (nei polmoni), il sangue cede l’anidride carbonica “scartata” dalle cellule e accumula ossigeno per un nuovo ciclo di “donazione”.

Se il cuore si occupa del pompaggio del sangue in andata, a chi spetta il compito del suo ritorno?
Non ci crederete ma spetta al piede, il nostro secondo cuore! I piedi esercitano una compressione sulle strutture vascolari, per facilitare il ritorno del sangue ma anche della linfa. Infatti la sua buona funzionalità nel movimento, garantisce un corretta circolazione linfo-venosa.

A livello plantare sono presenti 2 strutture :
1-la Soletta o spugna di Lejars (formata da piccoli vasi capillari)
2- il Triangolo della Volta (struttura situata nella parte più profonda del piede dove si trovano le più importanti vene profonde: le vene plantari).
La loro stimolazione, camminando, attiva la risalita contro la forza di gravità del sangue e della linfa, sostenuta, anche da altre due pompe, site a livello del polpaccio e del cavo popliteo (parte posteriore del ginocchio).
3 – Il diaframma respiratorio, funge quasi da “risucchiatore ,con il suo movimento, richiama il sangue verso l’alto. Chi sta solo in piedi e magari per ore, non beneficia di questo pompaggio e quindi accusa gli stessi sintomi di chi sta a lungo seduto.
Ecco perché è importante poter camminare, specie scalzi, in casa, sopra l’erba, al mare. L’arcata plantare non viene stimolata quando si usano scarpe perché ne impediscono il contatto a terra.

Il mio consiglio è una camminata, di almeno di 30 minuti, di cui 15 scalzi, sopra un prato o comunque su terra o sabbia, che attivi questo pompaggio venoso-linfatico. Più si sta scalzi e più si rispetta la naturale postura e più il corpo può lavorare senza ostacoli. Problemi come ristagno venoso e linfatico, gonfiore di caviglie e piedi, teleangectasie, senso di pesantezza alle gambe, si possono prevenire o “alleggerire” già in questo modo.
Per i rimedi…a presto un altro post.

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